La parola design è, almeno anagraficamente, molto italiana.
Deriva da disegno che, col prestigio dell’arte rinascimentale, attraversa la Francia (sotto il nome di dessin) per sbarcare poi in Inghilterra. Qui, durante la rivoluzione industriale, si accoppia con industrial. Tempo dopo, durante gli anni del boom, torna in Italia e fa amicizia con il Bello. Tanto che a Milano pare comincino a chiamarlo il Bel Design.
Si allarga poi a praticamente tutte le discipline e diventa onnipresente.
Sì, ma cosa significa esattamente? Design significa progettazione.
Il design è figlio di un pensiero, fa capo ad un bisogno, risolve un problema. È un progetto e, quasi sempre, è frutto di un processo.
Fare design significa quindi progettare. Al servizio delle persone, della bellezza, dell’inclusività, del business, di un’etica, del profitto. Potete progettare per tutti, solo per alcuni o per voi stessi. In quel momento state facendo design.
È un sostantivo, cercate quindi di non usarlo come aggettivo e soprattutto, se volete fare bella figura, usate con estrema parsimonia la locuzione di design. Va bene per le Scuole (Scuola di Design) non per gli oggetti (mai e poi mai chiedete, al vostro arredatore d’interni, una lampada di design).
Volete vedere una lampada di design? In questo video, il Castiglioni, ci spiega come ogni dettaglio del suo progetto non è vezzo estetico, ma al servizio di una precisa funzione. Parliamo della lampada Arco, di FLOS: Best design lecture ever
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