Il post di fine d’anno è sempre una sfida difficile, forse per questo non lo facciamo mai.
È difficile perché il mondo si aspetta che da un post di questo tipo emerga potente e (umilmente) autocelebrativa l’epica di un’organizzazione, i suoi successi, l’unicità dello stare insieme di un manipolo di valorosi accomunati dagli intenti, e stretti intorno allo stesso progetto.
Che, ovviamente, è il più affascinante dei progetti.
Ci si aspetta che vengano santificati i modi in cui si è ricercato, innovato, risolto, creato, riso e pianto, sbagliato imparando dall’errore.
Ci si aspetta infine i complimenti copiosi di un pubblico fedele alla causa, a glorificare tutto questo in un messaggio alla nazione pieno di cose positive e pieno di futuro, ché a noi la crisi mica ci tocca.
Ma.
Non è stato un anno facile, nonostante (aaahiahiahiahi) i successi che comunque abbiamo ottenuto. Non è stato facile perché abbiamo cercato di tenere dritto il timone nella tempesta, anche quando sarebbe stato più facile assecondare l’onda. E non è stato nemmeno facile resistere a queste svilenti metafore marine.
Il nostro timone è stato: fedeli alla nostra scelta di qualità.
Qualità, questa parola svilita, stirata, schiacciata, svuotata, che fa la coppia con passione. Due signore anziane imbellettate a passeggio sulla Croisette, in un giorno ventoso di novembre.
Qualità ha significato la rinuncia a numeri immediati, scommettendo invece su un modo di fare le cose che, speriamo, alla fine sarà quello giusto. E noi stiamo costruendo per il momento in cui il mercato sarà pronto – tutto – a chiedere esplicitamente questo modello di qualità.
Passione ha significato piccole e grandi conquiste, soddisfazioni, ma anche fatica, schiaffi e sconfitte. Qualcuno non ci ha scelto (“prospect”), qualcuno se n’è andato (“clienti”), mica puoi piacere a tutti. Ma redesign vuol dire: ci vediamo lì, al prossimo nirvana, fratello.
Ma.
La buona novella è questa: chi ci onora della sua scelta lo fa sempre di più in modo consapevole, e non sono stati pochi in questo 2013. Realtà con cui si sono create relazioni, valore, crescita. Futuro. Per questo accettare – o dire – un no diventa più facile: sai che stai costruendo il prossimo Sì, con la S.
Ecco, volevamo dire proprio questo, magari con un po’ di retorica in meno.
Ma che ci vuoi fare: è la fine d’anno, a essere retorica.
E buon futuro a tutti.
Quindi?
Quindi noi la sera del 20 dicembre chiuderemo i battenti, per rientrare il 7 gennaio. Nel frattempo voi non perdete l’occasione, avanti a chiedere preventivi, venghino!
Nicola Bonora è il più bello e il più bravo
Il fatto che io abbia sposato chi ha scritto questo commento mette su questo post il sigillo definitivo di “natalizio” (with love)