FILF: Forms I’d Like to Fill

Il 9 ottobre saremo ospiti della UX Conference 2010, i cui organizzatori a loro rischio e pericolo hanno accettato un nostro intervento su uno dei temi più noiosi di cui si possa parlare rispetto al web: le form (a proposito: voi dite “la” o “il” form? rispondete qui, noi e l’Accademia della Crusca vi saremo gratissimi).FILF: Forms I'd Like To Fill Sul nostro blog scriviamo una breve serie di post sull’argomento, questo è il primo.

Ammettiamolo: le form nei siti web sono una seccatura. Personalmente, ho conosciuto una sola persona che abbia dichiarato che ama riempire moduli*.

Il problema è che le form, i moduli che in modo più o meno rassegnato tutti noi ci troviamo quotidianamente a compilare nelle nostre navigazioni, costituiscono probabilmente il vero punto cruciale di tutta l’esperienza utente:

  • i 500 (ad oggi) milioni di utenti di Facebook hanno compilato una form
  • per acquistare un libro su Amazon, dobbiamo fare lo stesso
  • pagare un f24 on line significa né più né meno compilare una form
  • si commenta un post compilando una form (fatelo, qui sotto...)
  • eccetera. Pensateci un po’.

Il minimo comune denominatore è un sottile stato d’ansia che ci coglie quando inseriamo i nostri dati in quei rettangoli e cerchietti e quadratini, anche commentando un post (cosa faranno del mio indirizzo email? perché mi chiedono la data di nascita?).
Ecco perché è così importante non sottovalutare la progettazione di una form: nonostante tutti gli sforzi fatti per arrivare fino a qui, alla compilazione dei fatidici campi, la differenza tra il successo di una vendita, l’iscrizione ad una community, la pubblicazione di un contenuti e il loro insuccesso può essere semplicemente un modulo progettato male. O peggio, non progettato.

In questo post facciamo un giro su una manciata di siti che anche voi frequentate quotidianamente (almeno ci sono buone probabilità, se siete arrivati a leggere fino a qui): i social network.
Abbiamo dato un’occhiata alle form di iscrizione di alcuni di loro, senza la pretesa di fare analisi particolarmente accurate, ma solo per notare se ci sono – e quali – punti in comune, oppure caratteristiche peculiari degne di nota.
Un piccolo compendio di moduli, con il botto finale: il modulo che non c’è.

Twitter

twitter.com

Mai sentito parlare di twitter?...
La form di registrazione è un capolavoro di pulizia, e in più ha il merito di dare informazioni e suggerimenti contestuali senza creare rumore nel processo di compilazione.
Fate una prova, ad esempio, inserendo nel campo “password” 123456 (lo avete fatto una volta nella vita, vero?); il commento a lato sarebbe quasi offensivo, se ve lo facesse il vostro capo ;)
Neo: la traduzione in italiano dei tip sotto i campi non è evidentemente completa, che è una pecca grave se si pensa alla portata planetaria di questo sito.
Note, su cui torneremo in un prossimo post: le etichette dei campi sono allineate a destra, notate come questo vi facilita la lettura/scansione ottica della pagina.

Twitter - la form di registrazione

FriendFeed

friendfeed.com

Anche in questo caso, come in quello di twitter, la form è cool... L’estetica è come sempre ridotta all’osso in favore della funzionalità e della leggibilità; mentre inserisci il “Nome per esteso”, viene automaticamente suggerito l’URL al quale i tuoi feed saranno raggiungibili, evitando fastidiosi andirivieni per scegliere un nickname originale e rappresentativo.
Giusta la scelta di rappresentare in alto gli step per arrivare alla fine.
Da notare, in questo caso, come le etichette dei campi siano allineate a sinistra, contrariamente a quanto fa Twitter.
Possiamo dedurne che se Twitter va a destra, FriendFeed va inevitabilmente a sinistra ;)

FriendFeed - la form di registrazione

Facebook

facebook.com

500 milioni di persone hanno compilato questa form. E non si è nemmeno rovinata...
Non c’è molto da dire: Mark Zuckerberg e i suoi non si sono sprecati in fuochi d’artificio. Addirittura si potrebbe dire che la form è bruttina, con quei ritorni a capo in corrispondenza dei campi e-mail e password e quelle dimensioni dei campi così poco 2.0...
Non ci sono “tip” (suggerimenti) durante la compilazione, non c’è alcuna particolare dose di simpatia, non c’è traccia di ironia. Si dice che è gratis per sempre – e non è poco – dal che si può dedurre che la forza di facebook è il prezzo ;)
Insomma, per essere il social network più frequentato dell’universo, la partenza non è di quelle frizzanti; ma chi si sentirebbe di dargli torto?
Allineamento delle etichette: destra.

Facebook - la form di registrazione

LinkedIn

linkedin.com

Il network orientato al business per eccellenza, Linkedin si presenta con la necessaria sobrietà. Chiede quattro dati, il minimo indispensabile, rimandando tutti gli approfondimenti ai successivi step. Questo perché una delle chiavi di successo nell’appartenere a LinkedIn sta proprio nella completezza dei dati personali che vi si inseriscono (più o meno autocelebrativi, più o meno veritieri, come sempre nei CV); l’utente si renderà conto di questo usando lo strumento, ma sarà una scelta volontaria e consapevole, non un appesantimento “a priori”, che rischierebbe di creare una barriera all’iscrizione.

Gli utenti linkedin, infatti, sono probabilmente molto più attenti alla propria privacy rispetto a buona parte di quelli di Facebbok (almeno, questo è ciò che afferma Mark Zuckerberg rispetto agli utenti della sua – giovane – generazione), quindi la richiesta di informazioni personali deve essere il più leggera possibile.

Interessante: un avviso, in alto, mi suggerisce che forse sono già iscritto. Evidentemente il sito “si ricorda” di un login eseguito da questo computer; pare che sappiano bene, da quelle parti, che a volte ci si iscrive anche solo per curiosità ad un servizio per poi dimenticarsene. Anche questa è user experience.
Allineamento delle etichette: destra.

LinkedIn - la form di registrazione

YouTube

youtube.com

Non esattamente frizzante nemmeno questa form... Immobile nel look and feel, assomiglia di più ad un modulo che possiamo trovare su un sito ministeriale, che non la porta di accesso all’universo dei contenuti che per eccellenza “si muovono”.
Le informazioni richieste sono pochissime, anche se lascia perplessi la mancata richiesta di una password (me la chiederanno dopo?). Per contro, mi vengono richiesti sesso e data di nascita – perché? Non c’è scritto (Facebook invece lo specifica).
Il link a “verifica la disponibilità” potrebbe essere tranquillamente evitato, come ha fatto ad esempio FriendFeed (vedi sopra).
Metà della form è dedicata alle informazioni legali.
Allineamento delle etichette: destra.

YouTube - la form di registrazione

Flickr

flickr.com

Ecco, l’iscrizione a Flickr mi rende nervoso. Ho bisogno di un ID Yahoo per iscrivermi.

Flickr - la form di registrazione

Allora creiamo l’ennesimo ID. C’è scritto “Registrati, è facile”.

Sarà pure facile, ma in confronto alle form che abbiamo visto prima la differenza è schiacciante, anche solo per il numero di campi necessari. E soprattutto, l’operazione di aprire un account Yahoo per accedere all’unico servizio di Yahoo che mi serve (Flickr, appunto) è di principio un’operazione fastidiosa: mai e poi mai userò altri servizi di Yahoo (questa è nota tecnicamente come “la ripicca dell’utente finale”. Fonte: inventata al momento).
Allineamento delle etichette: destra.

Yahoo - la form di registrazione

And the winner is...

Posterous

posterous.com

Posterous è un... un... cos’è? :)
E’ un servizio che vi permette di aprire un blog personale (qualunque cosa sia), e che ha basato il suo posizionamento in un mercato già molto affollato sulla semplicità e velocità di pubblicazione.
A partire dall’iscrizione: la form è assente (oooh!), l’engagement avviene usando lo strumento che non morirà mai: l’email. Basta inviare una mail per partire, il resto viene da sé. Il resto è una user experience progettata e realizzata con scalpello e cesello, altissima scuola.
Un commento autorevole del Huffington Post capeggia nella home page e dice: il setup più veloce e facile che abbia mai visto.
Chapeau!

(PS a proposito: come tradurreste “setup”?)

Posterous - la "non" form di iscrizione

Commentate qui sotto, se ne avete voglia! Oppure scrivete a Nicola – che ha scritto questo post – al buon vecchio indirizzo email n.bonora@mentine.net. Vi confiderà chi è “La persona che amava compilare le form” ;)

UPDATE! Abbiamo pubblicato il secondo post sul tema: www.mentine.net/mentine/filf-forms-id-like-to-fill

Mentine
  1. Concordo sull’odiosità di Yahoo, a prescindere. E sull’allineamento a destra, nonostante qualche transfuga a sinistra. Thumbs up.

    • @ex-xxcz – il godimento nella compilazione delle form è una rara forma di feticismo, che colpisce soprattutto gli insospettabili. Altri esempi: i balli latino-americani, il gelato al puffo e l’uso di power point.
      Io ad esempio ho una forma di feticismo per le risposte di gomma.